Che cosa è lo Shiatsu; dove e come nasce lo Shiatsu.


È un’arte per conservare la salute ed è il prodotto di quattromila anni di medicina, terapia e filosofia orientali.
Lo Shiatsu, molto diffuso e praticato in Giappone, è rimasto praticamente sconosciuto in occidente, fino a che l’agopuntura non ha cominciato a destare attenzione. L’agopuntura consiste nell’applicazione di aghi in punti chiave del corpo (tsubas) mentre l’arte dello Shiatsu, prendendo in considerazione gli stessi punti del corpo, invece di inserire degli aghi, esercita sistematicamente una pressione con le dita. È anche chiamata agopressione. Il modo migliore per presentarvi quest’arte curativa e capace di migliorare la vita, è indagare brevemente sulle sue origini che trovano spazio nell’antica filosofia orientale e nel concetto di Unicità
Unicità significa che la vita dell’universo e la vita di un individuo sono essenzialmente la stessa cosa e sono composte degli stesi elementi. Secondo gli antichi filosofi orientali, ogni vita, ogni cosa nell’universo, perfino l’universo stesso, seguono il medesimo ciclo vitale. Yin e Yang sono le forze opposte dell’unicità. Yin è una forza negativa, il segno meno. Yang invece è la forza positiva, il segno più. La luna è considerata yin, il sole yang. La notte è yin, il giorno yang. L’acqua è yin, il fuoco yang. Nel concetto di yin e yang non ci sono assoluti e, benché opposte, queste forze sono in armonia poiché né yin né yang sono un assoluto, ciascuno contiene l’altro e tutto è fatto sia di yin sia di yang (gli uomini e le donne possiedono sia gli ormoni maschili sia femminili).
Le forze yin e yang non sono statiche, ma cambiano in continuazione e un eccesso di yin diventa yang, mentre troppo yang diventa yin. Quando l’acqua (yin) gela (yin) diventa ghiaccio (yang).
Sin dall’inizio, la medicina orientale è stata in stretto rapporto con la filosofia dell’Unicità e con l’idea delle forze yin e yang dell’ambiente e dell’uomo. Si riteneva che la salute venisse meno quando si spezzava l’equilibrio tra le forze yin e yang. La cura era preventiva e consisteva nel mantenere il corpo in equilibrio armonico. Se tale armonia andava perduta, era necessario ristabilirla. Tale atteggiamento preventivo è giunto attraverso gli anni allo Shiatsu, che è infatti prima di tutto un metodo per conservare la salute e mantenere il corpo in armonia.
Gli antichi guaritori e filosofi cinesi fecero studi approfonditi sulle malattie umane. Da questi studi emerse un sistema molto diverso da quello che, migliaia di anni dopo, la moderna medicina occidentale avrebbe sviluppato. L’approccio orientale è empirico: le cure si basano sull’esperienza e l’osservazione. I saggi cinesi osservarono che certi mali colpivano determinati punti della superficie del corpo i quali a loro volta diventavano caldi, freddi, intorpiditi, rigidi, dolorosi, unti, secchi, scoloriti o macchiati. Ne individuarono circa 657 sul corpo umano e notarono che alcuni di essi sembravano in rapporto con altri. Facendo una carta topografica, tracciarono le linee di collegamento tra questi punti e stabilirono che esistono dodici strade o meridiani che uniscono i punti di ciascuna metà del corpo. Oltre a questi meridiani corporei, tracciarono anche due meridiani coordinati che bisezionano il corpo. Uno chiamato meridiano della concezione che va dalla base del tronco fino al centro dell’addome, poi al centro del petto e finisce nel punto in mezzo alla mascella inferiore. Il secondo chiamato meridiano regolatore, parte dal centro delle gengive superiori, sale verso il centro del cranio, scende lungo la spina dorsale e finisce alla base del coccige. Il meridiano della concezione, così detto perché gli organi sessuali sono posti lungo la sua linea, agisce essenzialmente sull’energia yin. Il meridiano regolatore prende nome dall’enorme importanza della spina dorsale come pilastro del corpo umano e agisce essenzialmente sull’energia yang. Questi due meridiani bisecanti controllano l’energia che scorre continuamente attraverso i dodici paia di meridiani del corpo. Questi dodici paia di meridiani corporei formano l’unico sistema d’energia che mantiene sano il nostro corpo.
La veridicità di queste osservazioni ha trovato una valida conferma: le funzioni dei meridiani corrispondono in molti casi a quelle dei vari reticoli che, scoperti anni dopo dalla medicina occidentale, hanno assunto il nome di sistema circolatorio, sistema nervoso, sistema endocrino, sistema riproduttivo.
Gli antichi saggi credevano che i meridiani fossero delle vie attraverso le quali l’energia dell’universo circolava negli organi del corpo, mantenendo in armonia il corpo e l’universo. Secondo loro la malattia o il dolore insorgevano quando queste vie si bloccavano, interrompendo il flusso d’energia e spezzando l’armonia del corpo.
Degli aghi sottilissimi venivano inseriti nel corpo, in corrispondenza sia dei punti ammalati sia di quelli in relazione perché si credeva che così facendo il blocco venisse rimosso e il flusso dell’energia ristabilito. Si riteneva anche che una cura periodica preventiva, aiutasse a conservare intatto il flusso dell’energia e a impedire l’insorgere di malattie. E nacque così l’agopuntura.
Con il passare degli anni l’agopuntura è diventata una disciplina medica estremamente raffinata ma sempre basata sullo stesso antico concetto ossia che è necessario mantenere l’equilibrio in tutte le zone del corpo ed anche nell’ambiente circostante.
L’agopuntura cinese venne introdotta in Giappone circa 1300 anni fa. Lo Shiatsu si è sviluppato in Giappone nel diciottesimo secolo, quale combinazione della tecnica dell’agopuntura e della forma tradizionale “amma” del massaggio orientale. L’amma (da “am” Premere e “ma” strofinare) consisteva semplicemente nel fatto di premere e strofinare i punti doloranti del corpo, con le dita oppure con il palmo della mano. In questo modo si scoprì che la pressione diretta del pollice e delle dita sugli stessi punti dei meridiani considerati dall’agopuntura avrebbe sortito lo stesso effetto. Tali punti sono in realtà delle “dighe” che, stimolate con una energica pressione diretta, mettono in moto i sistemi d’energia. Tale innovazione sancì l’inizio dello Shiatsu così come lo conosciamo oggi, anche se solo duecento anni dopo, nel 1920, la parola Shiatsu entrò a far parte della lingua giapponese.
Benché lo shiatsu sia strettamente legato all’agopuntura e produca gli stessi effetti sul corpo, mi ritengo favorevole allo Shiatsu come disciplina individuale per la persona sana. L’agopuntura è soprattutto un metodo per curare i dolori, mentre la funzione principale dello Shiatsu, anche se è in grado di curare molte patologie, è però quella di mantenere una buona salute. Nello Shiatsu non ci sono pericoli d’infezione o di rotture, inconvenienti che si possono verificare nella terapia con gli aghi. Mentre un avvocato non potrà mai esercitare l’agopuntura, chiunque può imparare le tecniche fondamentali dello Shiatsu.
Le caratteristiche dello Shiatsu
Le pressioni che vengono praticate con la mano, usando in misura maggiore il pollice ed anche il palmo, hanno l’obiettivo di prevenire le malattie stimolando le naturali capacità di recupero dell’organismo, aumentando l’eliminazione delle sostanze di scarto che sono le principali responsabili dell’affaticamento e procurando uno stato di buona salute generale. Le sue principali caratteristiche sono:
Non si hanno effetti collaterali. Poiché i punti da trattare variano da caso a caso la pressione esercitata e la durata delle applicazioni vengono adeguate al singolo paziente, tale terapia non è accompagnata da effetti collaterali quali dolori muscolari o altro, conseguenti al trattamento.
Lo Shiatsu può essere usato come un indice dello stato di salute poiché la pratica regolare dello Shiatsu permette di scoprire l’insorgere di anomalie e prevenire la comparsa di malattie.
L’efficacia dello Shiatsu è legata al fatto ché interviene sull’intero organismo. Un trattamento circoscritto può avere effetti temporanei, ma non risultati definitivi. L’unico modo per ottenere tali risultati consiste nel trattare prima l’intero organismo e poi le zone che presentano sintomi patologici. (concetto di totalità dell’individuo e non come singola patologia: “non è vero che sei malato perché hai una patologia, ma hai una patologia perché sei malato”).
Meccanismi d’azione della Shiatsu terapia
Per il momento si ritiene siano tre i meccanismi d’azione, basandosi sull’osservazione degli effetti chimici della Shiatsu terapia nei vari distretti dell’organismo.
Teoria del cancello sinaptico (Gate-control)
È necessario fare una piccola premessa sulla conduzione nervosa del dolore. Per ogni sensazione ci sono più possibilità di arrivo al livello del midollo e del cervello tramite le vie sensitive.
La sensazione utilizza fibre di piccolo diametro, che conducono l’impulso molto lentamente e sono stimolate da sensazioni di entità abbastanza modesta, oppure se l’entità è notevole, questa per arrivare agli organi di ricezione, utilizza fibre di diametro grosso che conducono l’impulso più velocemente.
Generalmente nella vita di tutti i giorni le stimolazioni sono abbastanza tenui, che afferiscono quindi attraverso vie di piccolo calibro, lente (amielinizzate o poco mielinizate) che arrivano alla sostanza di Rolando, a livello di questa sostanza c’è un’insieme di neuroni che, come un filtro, attraverso scelte di circuiti neurologici che interessano maggiormente sinapsi eccitatorie o inibitorie fanno passare o no l’impulso, immaginiamo un cancello che si apre o si chiude (teoria del cancello sinaptico o gate control appunto).
Normalmente sono sollecitate le fibre a lenta conduzione che tendono ad aprire il cancello, ma esso si staziona in una posizione di semiapertura secondo le leggi dell’adattamento.
Immaginiamo invece che la sensazione ad esempio quella tattile diventi intensa (una forte percussione); la sollecitazione intensa utilizzerà le fibre di grosso calibro, l’impulso si scaricherà molto velocemente e provocherà la chiusura del cancello con conseguente impedimento al messaggio di arrivare superiormente.
Successivamente alla stimolazione delle fibre di grosso calibro, riprenderanno a funzionare le fibre di piccolo calibro, ma queste funzioneranno in numero maggiore (è da ricordare che l’intensità si valuta sul numero di fibre reclutate) tanto maggiore quanto più alta era l’intensità di sensazione che ha stimolato la fibra di grosso calibro.
Il cancello si riaprirà di nuovo, ma questa volta completamente perché è maggiore il numero di fibre a lenta conduzione interessato, a questo punto passa l’impulso del dolore.
In sintesi il dolore è percepito dopo qualche istante (in seconda analisi) dalla martellata, poiché soltanto dopo è arrivato alle zone di ricezione corticale.
Successivamente le fibre a lento calibro riprendono a funzionare in maniera normale, il cancello si stabilirà nuovamente in semiapertura e il dolore cesserà.
Il problema subentra quando il cancello rimane in condizione di apertura massimale e non tende a richiudersi, il dolore persiste ed il segnale stesso diventa patologia.
Tramite stimolazioni periferiche si possono mandare degli impulsi attraverso le vie nervose sensitive che determinano attraverso circuiti inibenti la chiusura del cancello.
Quindi costatiamo l’esistenza di un’intricata rete cellulare che svolge una funzione ben precisa, quella del controllo del passaggio degli stimoli dolorosi attraverso i fasci Spino-talamici; questo controllo è stato trattato da Melzack il quale ha espresso una teoria ancor oggi valida quella del “cancello del dolore”.
Ipotesi biochimica
Le afferenze che provengono dalle fibre di grosso calibro, quindi afferenze propriocettive, vibratorie, ecc. hanno un’azione negativa sulla trasmissione degli impulsi delle fibre di piccolo calibro verso il fascio spino-talamico, in pratica le afferenze delle fibre di grosso calibro chiudono il cancello del dolore.
Vi sono vari modi per togliere la sintomatologia dolorosa:
quello di ridurre gli stimoli con gli analgesici che vanno da semplici farmaci di uso comune fino a quelli più importanti come i derivati della morfina o la morfina sessa; oppure il sistema chirurgico o farmacologico di tipo invasivo, cioè il blocco anestetico delle afferente sensitive.
l’altro modo è quello di iperstimolare le fibre che possono chiudere il cancello: quelle di grosso calibro.
Tali stimolazioni si possono ottenere sia con un sistema di elettrostimolazione che si chiama T.E.N.S., oppure tramite le stimolazioni presso rie dello Shiatsu.
In questo caso si parla di un effetto non solo a livello del cancello quindi neurofisiologico, ma anche di un effetto neuroendocrino tramite l’iperproduzione a livello della sostanza gelatinosa di Rolando e dell’ipotalamo di Endorfine ed Enchefaline.
Tali sostanze sono dei neurotrasmettitori, degli oppioidi endogeni che agiscono sui recettori del dolore, e così come la morfina, come l’oppio provocano una diminuzione della sintomatologia dolorosa, sono normalmente prodotti dall’organismo, soprattutto sotto stress.
Queste sostanze hanno anche un effetto miorilassante poiché esse agiscono anche a livello inibitorio sul meccanismo neurologico che ha, come compito, il controllo del tono muscolare.
Ipotesi vascolare
La pressione Shiatsu avrebbe come primo effetto una sorta di ischemia del letto vascolare muscolare, cui farebbe seguito nel periodo interpressorio una rivascolarizzazione più ampia e completa.
Questa iperemia secondaria faciliterebbe ed incrementerebbe il ricambio ematico con conseguente rimozione di quei cataboliti che si vengono ad accumulare durante lo stato di contrattura e che di per sé contribuiscono a mantenerla.
Gli effetti terapeutici dello Shiatsu si manifestano con una sensazione di benessere, in quanto le stimolazioni interessano direttamente l’apparato muscolare, per cui si eliminano le contratture muscolari che si possono trovare anche in zone lontane dal trauma e che hanno la funzione di difesa dal dolore, ridando il tono e la forza muscolare;
Un altro effetto è la sensazione di freschezza corporea poiché viene normalizzata la circolazione sanguigna e di conseguenza l’ossigenazione tissutale ha un evidente miglioramento;
Ed ancora, la liberazione dalla rigidità e dal torpore articolare, perché questa tecnica ha l’obiettivo di ottenere, migliorare ed in alcuni casi riequilibrare la mobilità delle articolazioni attraverso appunto la riduzione delle contratture muscolari;
E per ultima, ma non ultima, si ha una distensione psicologica visto che durante il trattamento è facile arrivare ad uno stato di rilassamento psicofisico che sfocia in un sonno profondo.
Se però dopo qualche seduta non si ottengono risultati apprezzabili, o peggio la sintomatologia dolorosa non varia, è il caso di inviare nuovamente la persona dal suo medico per un ulteriore approfondimento delle problematiche manifestate.

 

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