REFLESSOLOGIA PLANTARE

La reflessologia plantare è una tecnica di massaggio sul piede.
Le sue origini sono antichissime tanto che si possono far coincidere con quelle stesse dell'uomo.
Il principio su cui si basa la Reflessologia plantare è che nei piedi vi sono dei punti che agiscono di riflesso in corrispondenza di tutte le ghiandole, gli organi e le parti del corpo. Questi punti di riflesso, trattati con adeguate pressioni, ridanno energia all’organo riflesso permettendo all’organismo di reagire a situazioni di squilibrio che a lungo andare potrebbero portare all’instaurarsi di una patologia organica.
La Reflessologia plantare abbraccia il concetto di "salute olistica". Il termine "olistico" deriva dal greco "olos" che significa "tutto, intero". Il concetto di salute olistica prende infatti in considerazione tutti gli aspetti della realtà umana, da quello fisiologico, psicologico a quello energetico.
Il piede è la parte dell'uomo che tocca la terra, ovvero è il punto di contatto tra l'essere umano e la madre terra che lo ha generato. I taoisti vedono l'uomo come figlio del cielo e della terra, rispettivamente il padre e la madre dell'uomo, quindi il frutto della loro unione. Il piede, essendo la parte dell'uomo costantemente a contatto con la terra, è il messaggero silenzioso, perché nascosto, tra la madre ed il padre, tra la terra ed il cielo. Visto così il piede non è più la parte del corpo umano da nascondere e mascherare, ma quella che ci può rivelare i segreti, il non detto di ciò che è visibile e manifesto in altre parti del nostro corpo che invece orgogliosamente esibiamo.
La reflessologia plantare, infatti è, come altre reflessologie (Auricoloterapia ecc.), la proiezione completa di tutto il corpo solo su una parte di esso. Ciò ci introduce al concetto del principio relativo al microcosmo-macrocosmo.
L'entità più piccola dell'elemento semplice che conosciamo è l'atomo, questo è costituito dal nucleo centrale, composto da protoni e neutroni, intorno al quale girano elettroni.
Una delle entità più grandi che conosciamo è il sistema solare, che ci ripropone la stessa struttura dell'atomo: il sole come nucleo centrale e i pianeti che gli girano intorno.
Una scala che si può considerare come un gioco di scatole cinesi: una dentro l'altra.
Più atomi costituiscono una molecola, più molecole formano una cellula più cellule compongono un tessuto, più tessuti costituiscono un organo, più organi danno vita a un sistema, più sistemi diventano una persona, più persone costituiscono una famiglia, più famiglie una tribù, un clan o danno vita a un quartiere, più quartieri costituiscono un paese, più paesi una provincia e così via… una regione, una nazione, un continente.
Ecco quindi che l'uno è nel tutto e il tutto nell'uno.
In ogni piede ritroviamo proiettato l'intero corpo in maniera organica, precisa, logica, in tutte le sue proporzioni.
Se guardiamo un disegno stilizzato di un piede e lo giriamo, riconosceremo l'immagine di una persona seduta. Con la testa, la curva cifotica, lordotica, il bacino, il petto e l'addome evidenti.
La visione laterale della colonna ha delle curve che ritroviamo proiettate sul piede sia in una visione plantare che in una visione mediale.
Il nostro corpo reagisce a due sollecitazioni fondamentali: contrazione e rilassamento, che possiamo tradurre in sollecitazioni caldo-freddo, dolce e acido e così via all'infinito…
Le leggi universali del Tao "Yin/Yang" restano immutabili.
Lo Yin e lo Yang sono le due forze che muovono il mondo, sono due manifestazioni dell'essere, due energie complementari e non contrapposte tra di loro.
Per i cinesi non esistono lo Yin e lo Yang separatamente; Yin/Yang corrispondono alle due facce della stessa medaglia, sono un principio unico e non possono sussistere isolatamente.
Yin/Yang sono in continuo movimento, l'energia non è stagnante, l'energia per definizione è movimento.
Il Tao non è una religione. Non è una filosofia nel significato occidentale della parola; il Tao è il naturale, il permanente movimento di queste due energie complementari e contrapposte tra di loro.
La parola Tao significa "la retta via", la possiamo trovare altrimenti enunciata come Do, in giapponese, Dao in vietnamita.
Lao Tzu lo definisce anche Yu che vuol dire "essere", mentre Wu è il "non-essere" o anche Wu-Ming, "senza nome".
E' il principio del mondo. Ogni cosa ebbe origine dall'essere, e l'essere ebbe origine dal non-essere. Il contadino cinese, come il contadino occidentale o di qualsiasi altra parte del mondo, pur non conoscendo le leggi scritte del Tao, per antonomasia è taoista.
Questi cominciò a notare che il tutto era strettamente regolato da queste due forme di energia fondamentali, ma non in una maniera rigida. L'uomo vive una condizione speciale e sviluppa la coscienza che il suo essere è situato tra cielo e terra.
In realtà ha un rapporto privilegiato con la terra; è sulla terra che egli vive e realizza la sua vita. Il suo è un punto di osservazione geocentrico.
La terra è coltivata dal contadino con una modalità che dipende dalle stagioni. Nel suo rapporto con la terra il contadino cinese, osservatore taoista, evidenzia che la terra non è sempre uguale, che insieme all'atmosfera e alle emozioni, cambiano i prodotti in una relazione stupefacente.
Il Tao è un'unica, globale, universale relazione. Le stagioni sono quattro, ma nell'osservazione della natura il contadino cinese ne inserisce una quinta: la tarda estate o quinta stagione.
Questo concetto è estraneo al nostro vivere occidentale, ma il cinese la inquadra in quello che viene chiamato il periodo Dojo, che significa TRASFORMAZIONE.
La tarda estate è infatti quel periodo che viene a essere situato tra le due stagioni più calde, primavera-estate, e le due più fredde, autunno-inverno.
Il cinese nell'esprimere graficamente il Tao non lo associa in una maniera riduttiva alle stagioni o agli organi o semplicemente alle emozioni, ma utilizza un linguaggio ben più ampio con la definizione di Cinque Movimenti.
I Cinque Movimenti, e non i cinque elementi, vengono chiamati: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua. E' insito nella parola "movimento" il concetto di non stagnazione e quindi si supera la limitatezza di una definizione riduttiva.
Questa è l’ottica cinese mentre in Europa colui che fu considerato il moderno riscopritore della reflessologia plantare fu il dott. W. Fitzgerald, dottore in medicina.
Nato nel 1872 negli USA, si diplomò nel 1895 nell'Università del Vermont e praticò per qualche anno in diverse cliniche europee. Più tardi lavorò nel Connecticut presso la clinica otorinolaringoiatrica, prestò la sua opera pratica in New York e morì a Stamford nel 1942. Presso il dottor H. Bressler, Fitzgerald si occupò a Vienna, all'inizio del secolo, delle possibilità di trattamento di organi lontani mediante punti da comprimere.
Il concetto di Reflessologia Plantare - un trattamento mediante pressione di punti sul piede - era però già noto circa cinquemila anni fa in India ed in Cina. Tale metodica terapeutica fu dimentica e, certamente, si può considerare che fosse basata su presupposti simili a quelli dell'agopuntura, derivando dalle stessi radici culturali.
In Europa dei metodi simili furono descritti dai medici Adamus ed Atatis intorno al 1852. Il dottor Ball, circa nella stessa epoca, pubblicò uno scritto sul trattamento mediante compressione di determinati punti di organi lontano da essi.
Dall'altro capo del mondo, varie tribù indiane d'America conoscono le relazioni riflesse mediante le quali trattano le loro malattie. Tali conoscenze sono state conservate negli anni ed oggi è possibile rintracciarle, in parte, nelle riserve indiane.

 

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